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Entella e il popolo degli Elimi

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Entella e il popolo degli Elimi
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Si sono concluse le attività di scavo sulla Rocca di Entella condotte dal Parco Archeologico di Segesta, in sinergia con il Laboratorio di Storia, Archeologia, Epigrafia e Tradizione dell'Antico (SAET) della Scuola Normale Superiore di Pisa e con la collaborazione del Comune di Contessa Entellina.

Rocca di Entella

Entella, che sorgeva sull'omonima Rocca, lungo il corso del fiume Belice in territorio di Contessa Entellina, è stata una delle antiche città della Sicilia attribuita, assieme ad Erice, Segesta e Iatas, agli Elimi.
L'attività di scavo è stata avviata i primi di settembre e ha riguardato due aree: la zona del Complesso monumentale nel vallone est e il Palazzo fortificato medievale.

Scavi archeologici nella Rocca di Entella

Nel Vallone orientale - dove probabilmente si trovava anche la piazza pubblica, l'agorà, sede delle attività istituzionali - sono stati ripresi gli scavi finalizzati alla conoscenza del grande complesso pubblico che, tra il VI e il III secolo a.C., si è articolato su quattro terrazze digradanti che hanno costituito il fulcro della città antica. Durante quest'ultima campagna lo scavo si è concentrato sulla terrazza inferiore, dove è stato possibile individuare un'area di culto che sembra essere stata attiva, in particolare, tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C.

Reperti rinvenuti ad Entella

Intorno a un recinto (sacello) sono state ritrovate, inoltre, piccole deposizioni votive di lucerne, coppe di grandi e piccole dimensioni, pissidi e bottigliette ritualmente adagiate in fossette insieme a resti di combustione di materiale ligneo. Si tratta di atti devozionali praticati con riti incruenti che offrono testimonianza di forme di religiosità databili nello stesso periodo dei Decreti di Entella (le famose iscrizioni su tavolette di bronzo con i decreti delle città di Entella e Nakone) e che aggiungono elementi significativi per la conoscenza dei culti praticati nella città in cui Kore e Demetra, insieme a Hestia, ebbero un ruolo di rilievo.

Scavi nella Rocca d Entella

"Lavorando nell'area del Palazzo fortificato medievale per mettere in luce i percorsi che consentivano l'accesso all'imponente complesso normanno-svevo - dice l'archeologa Rossella Giglio che ha diretto gli scavi - abbiamo avuto modo di rilevare strutture preesistenti di epoca ellenistica e romana. Nel corso della campagna di scavi è emersa un'ampia massicciata che conduceva all'ingresso principale del palazzo e, nelle adiacenze, abbiamo ritrovato bacini policromi e monocromi della fine dell'XI e del XII secolo che ci permettono di confermare l'intenso utilizzo dell'area durante l'età medievale".

Reperti rinvenuti ad Entella

All'età tardo-repubblicana e proto-imperiale (II sec. a.C. - inizio II sec. d.C.) rimanda, invece, un'altra massicciata fiancheggiata da una banchina, la cui superficie ha restituito un notevole complesso di ceramiche da mensa e da cucina di età romana. Vetri colorati, ceramiche sigillate di varie produzioni, stucchi e intonaci colorati hanno gettato luce su un periodo della vita di Entella che sembra compresso tra la grande fase medievale con gli splendori dell'epoca classica e la prima età ellenistica.

I livelli sottostanti la fase romana hanno riportato alla luce un imponente muro di terrazzamento in grandi blocchi di pietra locale (gesso), perfettamente squadrati e accuratamente messi in opera. Ceramiche a figure rosse, vasellame da cucina e da mensa rinvenute nello strato di crollo rimandano alla prima età ellenistica. La monumentalità della struttura e la posizione nell'area urbana suggeriscono che il complesso avesse, nell'ambito dell'antica Entella, una funzione pubblica.

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